IL METODO "AUGUSTUS"

 

I Piani per la Gestione dell'Emergenza

Istituzione del Servizio Nazionale di Protezione Civile

COORDINAMENTO E INDIRIZZO

La legge 24 febbraio 1992, n. 225, istitutiva del Servizio Nazionale di Protezione Civile, consente per la prima volta l’attuazione della pianificazione di emergenza.
Il coordinamento e indirizzo per le attività di Previsione, Prevenzione e Soccorso nell’ambito del Servizio Nazionale riguarda:

•  Le tipologie degli eventi secondo quanto previsto dall’art. 2;
•  Il decentramento con specifiche competenze alle autonomie locali per le attività di Previsione, Prevenzione e Soccorso;
•  Gli ambiti di competenza delle Componenti e delle Strutture Operative;
•  Il Comitato Operativo della P.C., art. 10;
•  La Commissione Grandi Rischi.

Per lo svolgimento di tali attività sono individuati dalla L.225/92 e dal D.LGS. 112/98 differenti Enti e/o Amministrazioni, sia a livello centrale che a livello periferico.
 


Caratteristiche di base per la pianificazione di emergenza


DEFINIZIONE DI PIANO

Il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di Protezione Civile per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso atteso in un determinato territorio è il PIANO DI EMERGENZA.
Il Piano di emergenza deve recepire:
1. Programmi di Previsione e Prevenzione;
2. Informazioni relative a:
    a. processi fisici che causano le condizioni di rischio e relative valutazioni,
    b. precursori,
    c. eventi,
    d. scenari,
    e. risorse disponibili.
Di conseguenza occorre rappresentare cartograficamente le indicazioni utili alla caratterizzazione dei possibili scenari di rischio per l’attuazione delle strategie di intervento per il soccorso e il superamento dell’emergenza, razionalizzando e mirando l’impiego di uomini e mezzi.


SUCCESSO DI UNA OPERAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE

Al successo di un’operazione di protezione civile concorrono le seguenti condizioni:
• Direzione unitaria: La direzione unitaria delle operazioni di emergenza si esplica attraverso il coordinamento di un sistema complesso e non in una visione settoriale dell’intervento.
• Comunicazione: Costante scambio di informazioni fra il sistema centrale e periferico nell’ambito del SNPC
• Risorse: Utilizzo razionale e tempestivo delle risorse realmente disponibili e della reperibilità degli uomini e dei mezzi adatti all’intervento.


STRUTTURA DI UN PIANO

Il piano deve essere strutturato in tre parti fondamentali:
1. Parte generale: Si raccolgono tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari di rischio.
2. Lineamenti della Pianificazione: Si individuano gli obiettivi da conseguire, per dare una adeguata risposta di P.C. ad una qualsiasi emergenza.
3. Modello di intervento: Si assegnano le responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze di P.C.; si realizza il costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di P.C.; si utilizzano le risorse in maniera  razionale.
 

Questi criteri sono applicabili alla pianificazione di emergenza a livello Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale. In queste pagine si affronta esclusivamente l'ultimo livello.

 


Criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza
(eventi calamitosi di cui all’art. 2, comma 1, lettera a, della legge 225/92)
 

Il Comune può dotarsi o meno di una struttura comunale di protezione civile e di un piano comunale di emergenza. Tale scelta è sicuramente discrezionale, ma comunque non arbitraria e la mancata organizzazione di una seppur minima struttura di protezione civile deve essere fondata sulla motivazione della assoluta mancanza di tale necessità.
Il Piano Comunale di emergenza si articola in:

A - Parte generale
B - Lineamenti della Pianificazione
C - Modello di intervento

A - Parte generale
A.1 - Dati di base
A.2 - Scenario degli eventi attesi
A.3 - Indicatori di evento e risposte del Sistema Comunale di protezione civile

A.1 Dati di base
Cartografia:
•  carta di delimitazione del territorio, provinciale e comunale, scala 1:200.000 o 1:150.000;
•  carta idrografica, scala 1:100.000;
•  carta dell’uso del suolo comunale e provinciale, scala 1:50.000
•  carta del bacino idrografico con l’ubicazione degli invasi e gli strumenti di misura (pluviometri e idrometri), scala 1:150.000 o 1:200.000;
•  carta geologica, scala 1:100.000;
•  carta geomorfologica, scala 1:25.000;
•  carta della rete viaria e ferroviaria, dei porti, aeroporti ed eliporti, scala 1:25.000;
•  cartografia delle attività produttive (industriali, artigianali, agricole, turistiche);
•  cartografia della pericolosità dei vari eventi nel territorio comunale;
•  cartografia del rischio sul territorio comunale.
 

Popolazione:
•  numero abitanti del comune e nuclei familiari;
•  carta densità della popolazione comunale.

A.2 Scenari degli eventi attesi
Lo scenario si ricava dai programmi di previsione e prevenzione realizzati dai Gruppi Nazionali e di Ricerca dei Servizi Tecnici Nazionali delle Province e delle Regioni.

A.2.1 Rischio idrogeologico:

Alluvioni

•  cartografia delle aree inondabili;
•  stima della popolazione coinvolta nelle aree inondabili;
•  stima delle attività produttive coinvolte nelle aree inondabili;
•  quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private coinvolte nelle aree inondabili;
•  indicatori di evento (reti di monitoraggio).

Frane

•  cartografia degli abitati instabili;
•  stima della popolazione nell’area instabile;
•  quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private nell’area instabile;
•  indicatori di evento (reti di monitoraggio).

Dighe

•  tipi di crollo (sifonamento, tracimazione);
•  onda di sommersione (da crollo e/o manovra degli scarichi di fondo);
•  quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private ubicate nell’area coinvolta dall’ipotetica onda di sommersione;
•  indicatori di evento (reti di monitoraggio).

A.2.2 Rischio sismico:
•  carta della pericolosità sismica;
•  rilevamento della vulnerabilità (edifici pubblici e privati);
•  stima dell’esposizione delle infrastrutture e dei servizi essenziali alla comunità;
•  censimento della popolazione coinvolta dall’evento atteso;
•  classificazione sismica del comune.
 

A.2.3 Rischio industriale:
•  censimento delle industrie soggette a notifica e dichiarazione;
•  specificazione dei cicli produttivi degli impianti industriali;
•  calcolo delle sostanze in deposito e in lavorazione;
•  censimento della popolazione nell’area interessata dall’evento;
•  calcolo dell’area d’impatto esterna alle industrie.

A.2.4 Rischio vulcanico:
•  serie storiche degli eventi vulcanici;
•  censimento della popolazione nell’area interessata dall’evento;
•  mappe di pericolosità;
•  rilevamento della vulnerabilità con riguardo anche all’esposizione delle infrastrutture e dei servizi pubblici essenziali;
•  indicatori di evento (reti di monitoraggio).

A.2.5 Rischio di incendio boschivo:
•  carta dell’uso del suolo (estensione del patrimonio boschivo);
•  carta climatica del territorio;
•  carta degli incendi storici;
•  carta degli approvvigionamenti idrici.

A.3 Aree di emergenza
•  cartografia delle aree per l’ammassamento dei soccorritori e delle risorse, scala 1:10.000;
•  cartografia delle aree utilizzabili per il ricovero della popolazione (attendamenti, roulottopoli e containeropoli), scala 1:10.000;
•  cartografia delle aree di attesa per la popolazione, scala 1:10.000 e 1:5.000
•  cartografia degli edifici strategici e loro eventuale rilevamento della vulnerabilità, scala 1:5.000 o 1:10.000;

A.4 Indicatori di evento e risposte del Sistema Comunale di protezione civile
 

Gli eventi si dividono in eventi prevedibili (vulcanico, idrogeologico) e non prevedibili (terremoto, rischio chimico industriale, incendi boschivi).
Qualora in una porzione di territorio comunale si riscontrino eventi prevedibili in un arco di tempo determinato, sarà fondamentale collegare ad ogni allarme una risposta graduale del sistema comunale di protezione civile coordinata dal Sindaco.
Sarà quindi prioritario da parte del Sindaco tramite il proprio Centro operativo (composto dai responsabili delle funzioni di supporto comunali) organizzare la prima risposta operativa di protezione civile, mantenendo un costante collegamento con tutti gli enti preposti al monitoraggio per gli eventi attesi nel proprio territorio.
Con questo collegamento il Sindaco potrà predisporre in tempo reale tutte le attivazioni operative comunali in base al livello di allarme dato per l’evento.

B - Lineamenti della Pianificazione
I lineamenti sono gli obiettivi che il Sindaco, in qualità di Autorità di protezione civile, deve conseguire per garantire la prima risposta ordinata degli interventi (art.15 L.225/92)

B.1 - Coordinamento operativo comunale
Il Sindaco è Autorità comunale di protezione civile (art. 15, comma 3, L. 225/92).
Al verificarsi dell’emergenza assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso in ambito comunale e ne dà comunicazione al Prefetto al Presidente della Giunta Regionale e al Presidente della Provincia.
Il Sindaco per l’espletamento delle proprie funzioni deve avvalersi di un Centro Operativo Comunale (COC).

B.2 - Salvaguardia della popolazione
Il Sindaco quale Autorità di protezione civile è Ente esponenziale degli interessi della collettività che rappresenta. Di conseguenza ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e la tutela del proprio territorio.
Le misure di salvaguardia alla popolazione per gli eventi prevedibili sono finalizzate all’allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo; particolare riguardo deve essere dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini).
Dovranno essere attuati piani particolareggiati per l’assistenza alla popolazione (aree di accoglienza, etc.)
Per gli eventi che non possono essere preannunciati sarà di fondamentale importanza organizzare il primo soccorso sanitario entro poche ore dall’evento.
B.3 - Rapporti con le istituzioni locali per la continuità amministrativa e supporto all’attività di emergenza
Uno dei compiti prioritari del Sindaco è quello di mantenere la continuità amministrativa del proprio Comune (anagrafe, ufficio tecnico, etc.) provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura, la Provincia, la Comunità Montana.
Ogni Amministrazione, nell’ambito delle rispettive competenze previste dalla Legge, dovrà supportare il Sindaco nell’attività di emergenza.

B.4 - Informazione alla popolazione
E’ fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all’evento conosca preventivamente:
•  caratteristiche scientifiche essenziali di base del rischio che insiste sul proprio territorio;
•  le predisposizioni del piano di emergenza nell’area in cui risiede;
•  come comportarsi, prima, durante e dopo l’evento;
•  con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed allarmi.

B.5 - Salvaguardia del sistema produttivo locale
Questo intervento di protezione civile si può effettuare o nel periodo immediatamente precedente al manifestarsi dell’evento (eventi prevedibili), attuando piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi prodotti stoccati, oppure immediatamente dopo che l’evento abbia provocato danni (eventi imprevedibili) alle persone e alle cose; in questo caso si dovrà prevedere il ripristino dell’attività produttiva e commerciale nell’area colpita attuando interventi mirati per raggiungere tale obiettivo nel più breve tempo possibile.
La concorrenza delle aziende produttive nel mercato nazionale e internazionale non permette che la sospensione della produzione sia superiore ad alcune decine di giorni.

B.6 - Ripristino della viabilità e dei trasporti
Durante il periodo della prima emergenza si dovranno già prevedere interventi per la riattivazione dei trasporti terrestri, aerei, marittimi, fluviali; del trasporto delle materie prime e di quelle strategiche; l’ottimizzazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e l’accesso dei mezzi di soccorso nell’area colpita.

B.7 - Funzionalità delle telecomunicazioni
La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici e per i centri operativi dislocati nell’area colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o sistema TLC.
Si dovrà mantenere la funzionalità delle reti radio delle varie strutture operative per garantire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo stesso per diramare comunicati, allarmi, etc.
In ogni piano sarà prevista, per questo specifico settore, una singola funzione di supporto la quale garantisce il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi mirati per ridare piena funzionalità alle telecomunicazioni.

B.8 - Funzionalità dei servizi essenziali
La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovrà essere assicurata, al verificarsi di eventi prevedibili, mediante l’utilizzo di personale addetto secondo specifici piani particolareggiati elaborati da ciascun ente competente.
La verifica ed il ripristino della funzionalità delle reti, dovrà prevedere l’impiego degli addetti agli impianti di erogazione ed alle linee e/o utenze in modo comunque coordinato, prevedendo per tale settore una specifica funzione di supporto, al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza.

B.9 - Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali
Nel confermare che il preminente scopo del piano di emergenza è quello di mettere in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita “civile”, messo in crisi da una situazione di grandi disagi fisici e psicologici, è comunque da considerare fondamentale la salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio.
Si dovranno perciò organizzare specifici interventi per il censimento e la tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici per la messa in sicurezza dei reperti, o altri beni artistici, in aree sicure.
B.10 - Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose
La modulistica allegata al piano è funzionale al ruolo di coordinamento e indirizzo che il Sindaco è chiamato a svolgere in caso di emergenza.
La raccolta dei dati, prevista da tale modulistica, è suddivisa secondo le funzioni comunali previste per la costituzione di un Centro operativo Comunale.
Con questa modulistica unificata è possibile razionalizzare la raccolta dei dati che risultano omogenei e di facile interpretazione.

B.11 - Relazione giornaliera dell’intervento.
La relazione sarà compilata dal Sindaco e dovrà contenere le sintesi delle attività giornaliere, ricavando i dati dalla modulistica di cui al punto precedente.
Si dovranno anche riassumere i dati dei giorni precedenti e si indicheranno anche, attraverso i mass media locali, tutte le disposizioni che la popolazione dovrà adottare.
I giornalisti verranno costantemente aggiornati con una conferenza stampa quotidiana.
Durante la giornata si dovranno inoltre organizzare, per i giornalisti, supporti logistici per la realizzazione di servizi di informazione nelle zone di operazione.

B.12 - Struttura dinamica del piano: aggiornamento dello scenario, delle procedure ed esercitazioni
Il continuo mutamento dell’assetto urbanistico del territorio, la crescita delle organizzazioni di volontariato, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative e le nuove disposizioni amministrative comportano un continuo aggiornamento del piano, sia per lo scenario dell’evento atteso che per le procedure.
Le esercitazioni rivestono quindi un ruolo fondamentale al fine di verificare la reale efficacia del piano di emergenza.
Esse devono essere svolte periodicamente a tutti i livelli secondo le competenze attribuite alle singole strutture operative previste dal piano di emergenza; sarà quindi necessario ottimizzare linguaggi e procedure e rodare il piano di emergenza comunale, redatto su uno specifico scenario di un evento atteso, in una determinata porzione di territorio.
Per far assumere al piano stesso sempre più le caratteristiche di un documento vissuto e continuamente aggiornato, sarà fondamentale organizzare le esercitazioni secondo diverse tipologie:
•  esercitazioni senza preavviso per le strutture operative previste nel piano;
•  esercitazioni congiunte tra le strutture operative e la popolazione interessata all’evento atteso (la popolazione deve conoscere e provare attraverso le esercitazioni tutte le azioni da compiere in caso di calamità);
•  esercitazione periodiche del solo sistema di comando e controllo, anche queste senza preavviso, per una puntuale verifica della reperibilità dei singoli responsabili delle funzioni di supporto e dell’efficienza dei collegamenti.
Ad una esercitazione a livello comunale devono partecipare tutte le strutture operanti sul territorio coordinate dal Sindaco.
La popolazione, qualora non coinvolta direttamente, deve essere informata dello svolgimento dell’esercitazione.
 

 


C - Modello di intervento

Rappresenta il Coordinamento di tutti di Centri Operativi (DICOMAC, CCS, COM, COC) dislocati sul territorio

C.1 Sistema di comando e controllo
Il Sindaco per assicurare nell’ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita, provvede ad organizzare gli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto, Presidente della Giunta Regionale e il Presidente della Giunta Provinciale che lo supporteranno nelle forme e nei modi secondo quanto previsto dalla norma.

C.1.1 Centro Operativo Comunale (COC)
(Simbologia: o)
Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell’emergenza, nell’ambito del territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita.
Il Centro Operativo Comunale dovrà essere ubicato in un edificio non vulnerabile ed in un’area di facile accesso.
La struttura del Centro Operativo Comunale si configura secondo nove funzioni di supporto:
–     Tecnica e di Pianificazione
–     Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
–     Volontariato
–     Materiali e mezzi
–     Servizi essenziali e attività scolastica
–     Censimento danni a persone e cose
–     Strutture operative locali
–     Telecomunicazioni
–     Assistenza alla popolazione
Ogni singola funzione avrà un proprio responsabile che in, “tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso.

 

PIANIFICAZIONE COMUNALE DI EMERGENZA

LE FUNZIONI DI SUPPORTO

TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
TECNICI COMUNALI, PROVINCIALI, REGIONALI - COMUNITA' MONTANE - RESPONSABILI DELLE RETI DI MONITORIAGGIO LOCALI - UNITA' OPERATIVE DEI GRUPPI NAZIONALI - UFFICI PERIFERICI DEI SERVIZI TECNICI NAZIONALI - TECNICI O PROFESSIONISTI LOCALI

SANITA'   UMANA E VETERINARIA - ASSISTENZA SOCIALE
REFERENTE C.O. 118-AA.SS.LL - C.R.I. - VOLONTARIATO SOCIO-SANITARIO

VOLONTARIATO
COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI COMUNALI E LOCALI

MATERIALI E MEZZI
AZIENDE PUBBLICHE E PRIVATE - VOLONTARIATO - C.R.I. - RISORSE DELL'AMMINISTRAZIONE LOCALE

SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITA' SCOLASTICA
ENEL - SNAM - GAS - ACQUEDOTTO - SMALTIMENTO RIFIUTI - AZIENDE MUNICIPALIZZATE - DITTE DI DISTRIBUZIONE CARBURANTE - PROVVEDITORATO AGLI STUDI

CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
SQUADRE COMUNALI DI RILEVAMENTO (COMUNI, COMUNITA' MONTANE, PROVINCIA, REGIONE, VV.F., GRUPPI NAZIONALI E SERVIZI TECNICI NAZIONALI)

STRUTTURE OPERATIVE LOCALI - VIABILITA'
VIGILI URBANI - VOLONTARIATO - FORZE DI POLIZIA MUNICIPALE - VV.F.

TELECOMUNICAZIONI
SOCIETA'  TELECOMUNICAZIONI

ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
ASSESSORATI COMPETENTI: COMUNALI, PROVINCIALI, REGIONALI - VOLONTARIATO SOCIO-SANITARIO

– TECNICO SCIENTIFICA, PIANIFICAZIONE
Il referente sarà il rappresentante del Servizio Tecnico del comune, prescelto già in fase di pianificazione; dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche.

– SANITÀ’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
Saranno presenti i responsabili della Sanità locale, le Organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario.
Il referente sarà il rappresentante del Servizio Sanitario Locale.

– VOLONTARIATO
I compiti delle organizzazioni di volontariato, in emergenza, vengono individuati nei piani di protezione civile in relazione alla tipologia del rischio da affrontare, alla natura ed alla tipologia delle attività esplicate dall’organizzazione e dai mezzi a disposizione.
Pertanto nel centro operativo, prenderà posto il coordinatore indicato nel piano di protezione civile.
Il coordinatore provvederà, in “tempo di pace”, ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all’emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle organizzazioni.

– MATERIALI E MEZZI
La funzione di supporto in questione è essenziale e primaria per fronteggiare una emergenza di qualunque tipo.
Questa funzione, attraverso il censimento dei materiali e mezzi comunque disponibili e normalmente appartenenti ad enti locali, volontariato etc. deve avere un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili.
Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell’area dell’intervento.
Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà richiesta al Prefetto competente.

– SERVIZI ESSENZIALI E ATTIVITÀ SCOLASTICA
A questa funzione prenderanno parte i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio coinvolto.
Mediante i Compartimenti Territoriali deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete.
L’utilizzazione del personale addetto al ripristino delle linee e/o delle utenze è comunque diretta dal rappresentante dell’Ente di gestione nel Centro operativo.
Tutte queste attività devono essere coordinate da un unico funzionario comunale.

– CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
Il censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell’evento calamitoso e per stabilire gli interventi d’emergenza.
Il responsabile della funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a:
• persone
• edifici pubblici
• edifici privati
• impianti industriali
• servizi essenziali
• attività produttive
• opere di interesse culturale
• infrastrutture pubbliche
• agricoltura e zootecnia
Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si avvarrà di funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune o del Genio Civile regionale e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale.
E’ altresì ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.

– STRUTTURE OPERATIVE LOCALI
Il responsabile della funzione dovrà coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità.
In particolare si dovranno regolamentare localmente i trasporti, la circolazione inibendo il traffico nelle aree a rischio, indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi.


– TELECOMUNICAZIONI
Il coordinatore di questa funzione dovrà, di concerto con il responsabile territoriale della Telecom, con il responsabile provinciale P.T. con il rappresentante dell’organizzazione dei radioamatori presenti sul territorio, predisporre una rete di telecomunicazione non vulnerabile.

– ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Per fronteggiare le esigenze della popolazione dovrà presiedere questa funzione un funzionario dell’Ente amministrativo locale in possesso di conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi etc.) ed alla ricerca e utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come “zone di attesa e/o ospitanti”.
Il funzionario dovrà fornire un quadro delle disponibilità di alloggiamento e dialogare con le autorità preposte alla emanazione degli atti necessari per la messa a disposizione degli immobili o delle aree.
Attraverso l’attivazione delle funzioni comunali, nel centro operativo comunale, si raggiungono due distinti obiettivi: si individuano vari responsabili delle funzioni in emergenza; si garantisce il continuo aggiornamento del piano tramite l’attività degli stessi responsabili in “tempo di pace”.
Tramite l’attività dei responsabili delle funzioni comunali si avrà quindi la possibilità di tenere sempre efficiente il piano di emergenza che per la prima volta vede per ogni argomento (funzione) un unico responsabile sia in emergenza e non.
Questo consente al Sindaco di avere nel Centro Operativo esperti che già si conoscono e lavorano nel piano e quindi di raggiungere una miglior omogeneità fra i suoi componenti e le strutture operative altrimenti diversificati fra di loro per procedure interne, mentalità e cultura.

C.2 Attivazioni in emergenza
Rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dal Sindaco e si articolano nella
• reperibilità dei 9 funzionari del Centro Operativo comunale;
• delimitazione delle aree a rischio;
• predisposizione delle aree di ammassamento dei soccorritori;
• allestimento delle aree di ricovero della popolazione.

C.2.1 Reperibilità dei funzionari del Centro Operativo Comunale
Il Centro Operativo del Comune è composto dai responsabili delle 9 funzioni di supporto che saranno convocati e prenderanno posizione nei locali predisposti in aree sicure e facilmente accessibili.

C.2.2 Delimitazione delle aree a rischio
Tale operazione avviene tramite l’istituzione di posti di blocco, denominati cancelli, sulle reti di viabilità che hanno lo scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita nell’area a rischio.
La predisposizione dei cancelli dovrà essere attuata in corrispondenza dei nodi viari onde favorire manovre e deviazioni.

C.2.3 Aree di ammassamento dei soccorritori (simboleggiare con colore giallo o: vert.gif (1416 byte))
Le aree di ammassamento dei soccorritori devono essere preventivamente individuate dalle Autorità competenti (Regione, Province) al fine di garantire un razionale impiego nelle zone di operazione dei soccorritori.
Esse rappresentano il primo orientamento e contatto dei soccorritori con il Comune.
Tali aree debbono essere predisposte nelle vicinanze dei caselli autostradali o comunque facilmente raggiungibili anche con mezzi di grandi dimensioni; possibilmente lontano dai centri abitati e non soggette a rischio.

C.2.4 Aree di ricovero della popolazione (simboleggiare con colore rosso o:rete.gif (1446 byte) )
Tali aree devono essere dimensionate per accogliere almeno, una tendopoli per 500 persone, facilmente collegabili con i servizi essenziali (luce, acqua, fognature, etc.) e non soggette a rischi incombenti.
Queste aree dovranno essere preventivamente conosciute in quanto si configurano come spazi ove verranno installati i primi insediamenti abitativi di emergenza.

C.2.5 Aree di attesa della popolazione (simboleggiare con colore verde o: obli.gif (1350 byte))
Sono aree di prima accoglienza in piazze o luoghi aperti sicuri, ove la popolazione riceverà le prime informazioni sull’evento e i primi generi di conforti in attesa dell’allestimento delle aree di ricovero con tende e roulottes.
 

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Vitalità di un piano

Il Piano di emergenza non può essere un documento che resta nel fondo di un cassetto, ma deve essere reso vivo individuando delle persone che lo aggiornano e lo attuano.
Gli elementi per tenere vivo un Piano sono:
1 - Aggiornamento periodico
2 - Attuazione di esercitazioni
3 - Informazione alla popolazione


Aggiornamento periodico
Poiché la Pianificazione di Emergenza risente fortemente della dinamicità dell’assetto del territorio, sia dal punto di vista fisico che antropico, occorre tenere costantemente aggiornati i seguenti parametri:
• evoluzione dell’assetto del territorio;
• aggiornamento delle tecnologie scientifiche per il monitoraggio;
• progresso della ricerca scientifica per l’aggiornamento dello scenario dell’evento massimo atteso.


Attuazione di esercitazioni
L’esercitazione è il mezzo, fondamentale, per tenere aggiornate sia le conoscenze del territorio, che l’adeguatezza delle risorse (uomini e mezzi) e per verificare il modello di intervento.

Gli elementi indispensabili per l’organizzazione di una esercitazione sono:
1- Premessa
2- Scopi
3- Tema (scenario)
4- Obiettivi
5- Territorio
6- Direzione dell’esercitazione
7- Partecipanti
8- Avvenimenti ipotizzati

Come si organizza un’esercitazione
Le esercitazioni di PC, organizzate da Organi, Strutture e Componenti del SNPC possono essere di livello nazionale, regionale, provinciale, e comunale.
Sono classificate in:
A- Per posti comando
B- Operative
C- Dimostrative
D- Miste
A - Esercitazioni per posti comando e telecomunicazioni
• Quando coinvolgono unicamente gli organi direttivi e le reti di comunicazione

B - Esercitazioni operative
• Quando coinvolgono solo le strutture operative con l’obiettivo specifico di testarne la reattività, o l’uso dei mezzi e delle attrezzature tecniche d’intervento

C - Esercitazioni dimostrative
• Movimenti di uomini e mezzi con finalità insita nella denominazione

D - Esercitazioni miste
• Quando sono coinvolti uomini e mezzi di Amministrazioni ed Enti diversi.


Informazione alla popolazione
La conoscenza del Piano da parte della popolazione è l’elemento fondamentale per rendere un Piano efficace.
L’informazione alla popolazione deve essere caratterizzata da uno stretto rapporto tra conoscenza - coscienza - autodifesa:
- Conoscenza intesa come adeguata informazione scientifica dell’evento mediante l’uso corretto dei mass media;
- Coscienza: presa d’atto della propria situazione di convivenza in una situazione di possibile rischio presente in un determinato territorio;
- Autodifesa: adozione di comportamenti corretti in situazioni estreme.

 


Verifica di un piano
 

E’ possibile verificare se un Piano è realmente efficace in ogni sua parte rispondendo ai 10 quesiti tecnico-organizzativi posti da Luis Theodore, Joseph P. Reynolds e Francis B. Taylor..
I 10 quesiti possono anche essere utilizzati come continua verifica durante la stesura e l’utilizzo del Piano di emergenza
1 - Il Piano copre tutte le emergenze che si possono realisticamente verificare o solo quelle che , per motivi di opportunità, sono state considerate “possibili” dai redattori del Piano?
2 - Il Piano è mai stato “rodato” da una esercitazione seria e cioè improvvisa o il tutto si è risolto in uno show realizzato ad uso dei mass-media?
3 - il Piano è conosciuto dalla popolazione, da tutti i funzionari che saranno coinvolti, dai mass-media, o serve solo a riempire il fondo di qualche cassetto?
4 - E’ previsto nel piano un responsabile ufficiale dell’informazione, oppure, durante l’emergenza, ogni funzionario si sentirà autorizzato a dire la sua?
5 - Il Piano si basa su strutture e mezzi che già esistono o si basa su strutture e mezzi che ”si prevede che”, “saranno o“dovranno”?
6 - Il Piano indica chiaramente chi comanda (e su chi) durante la gestione dell’emergenza, o rimanda ad ineffabili “coordinamenti”?
7 - Il Piano prevede una catena di comando in caso di indisponibilità del responsabile?
8 - Esiste qualche autorità pubblica che ha ritenuto valido il piano di emergenza e che quindi pagherà di persona qualora il piano approvato si rivelasse inefficace?
9 - Il Piano è stato accettato (e quindi controfirmato) dai responsabili delle strutture operative che dovranno intervenire durante l’emergenza, oppure essi si riterranno svincolati da ogni impegno durante una vera emergenza?
10 - Da quanto tempo il Piano è stato aggiornato?